COLLINE DI CONEGLIANO E VALDOBBIADENE CANDITATE UNESCO: VINO E SVILUPPO SOSTENIBILE DI UNA COMUNITA’ LOCALE
(a Vinitaly 2017 | di Efrem Tassinato*) Il Veneto, dalla cultura dei capannoni a quella della salvaguardia del paesaggio e della valorizzazione delle produzioni tipiche locali come motore di sviluppo sostenibile e duraturo. Questa in buona sostanza la morale della bella favola che il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia ha voluto raccontare di una svolta prima ancora culturale che colturale e di sviluppo socio-economico di una regione tra le più devastate d’Italia quanto a cementificazione e a spreco di suolo.
Il progetto, presentato in pompa magna martedì 11 aprile 2017 in quel sommo tempio del mondo enologico che da ben 51 anni è Vinitaly a Verona, è di quelli fino a pochi anni fa da non credersi. Invece, ecco che uno dei territori da vino più rinomati – le Colline di Conegliano e Valdobbiadene – si candida ad ottenere il riconoscimento come Patrimonio dell’Umanità UNESCO, puntando peraltro come ha detto Innocente Nardi, Presiedente del Consorzio del Prosecco DOCG a fare di questo contesto “una comunità inclusiva, di persone operose e di attività, ognuna delle quali sia orgogliosa di farsi bandiera della unicità di un patrimonio di tradizioni, produzioni, offerta di ospitalità”.
Sarà perché la Rete Wigwam che dal 1972 va imbastendo la tela di un mondo fatto di Comunità Locali di offerta e interscambio, impostate proprio su questi valori, e che in qualche misura la sua principale radice, rappresentata dal 1° Campo Rimboschimento del 1971 di Malga Mariech, sul Monte Cesen che sta proprio sopra Valdobbiadene si è abbeverata col Prosecco di Cartizze che s’andava a prendere, ancora in damigiana, da Brunoro a San Pietro di Barbozza ebbene, per tutte queste coincidenze abbiamo accolto la notizia in maniera davvero entusiastica. Con la speranza però che i severi canoni della Commissione di vigilanza UNESCO, contribuiscano ad aiutare gli illuminati fautori di questo progetto a difendere il programma tracciato, dagli assalti del business “subito e fine a se stesso”. Ma anche, dalla tentazione elitaristica del voler esser talmente unici da diventare preclusivi, rinunciando di fatto a divenire modello pilota per il mondo di come un territorio possa preservare e continuamente migliorare, in modo sostenibile ed appunto inclusivo, il patrimonio storico, culturale/colturale ed ambientale della propria Comunità Locale.
Nell’occasione, il Prof. Amerigo Restucci, già rettore dell’Università IUAV di Venezia, Coordinatore del Comitato Scientifico ha ripercorso le fasi della presentazione dell’iter della candidatura iniziato già dal 2010 ed ha illustrato i prossimi adempimenti tecnico organizzativi, per i quali in questi giorni, è attesa la nomina da parte dell’ICOMOS, il Consiglio internazionale dei monumenti e dei siti, dei commissari internazionali che dovranno verificare sul posto le caratteristiche, il contenuto paesaggistico e culturale, gli strumenti di tutela e di gestione del sito candidato.
Con l’ufficializzazione del logo, che è stato scelto tramite un concorso internazionale che ha coinvolto oltre 600 grafici creativi, l’occasione di Vinitaly 2017 ha rappresentato la vetrina per la proclamazione dell’elaborato vincitore, ponendo così una significativa pietra miliare sulla via della Candidatura.
Il termine del percorso, vedrà la Conferenza generale dei 186 Paesi che aderiscono all’UNESCO, in programma nel 2018, recepire e ratificare in via ufficiale, proclamando questo delle “Colline della Marca” tra i nuovi siti che andranno ad aggiungersi nella lista dei 1052 “patrimoni dell’umanità”
*Presidente del Circuito Wigwam