22 maggio 2021: escursione-manifestazione per salvare i Pantani di Accumoli
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Le Comunità Locali Wigwam dei Monti Sibillini e dei Monti della Laga si uniscono a FederTrek, ai Comitati locali e al CAI per dire no a questo scempio annunciato. Sotto i riflettori i Pantani di Accumoli e l’infelice progetto di costruzione di un rifugio in prossimità del SIC, istituito proprio per tutelare quella meraviglia naturalistica unica nel suo genere. Il Sito dei Pantani è situato nel Comune di Accumoli (RI) in un altipiano di circa 80 Ha a 1600 m di altitudine vicino al confine tra Lazio, Umbria e Marche e tra i Parchi Nazionali del Gran Sasso Laga e dei Monti Sibillini; è un’area di grande pregio naturalistico inserita nella Rete Natura 2000 come ZSC (Zona Speciale di Conservazione) per l’importanza degli habitat presenti. Al suo interno sono presenti dei laghetti di origine glaciale che creano degli ecosistemi peculiari da salvaguardare popolati da importanti specie animali e vegetali. Si trova inoltre nel percorso del Sentiero Italia CAI. E’ un’area a vocazione agro-silvo-pastorale in cui da sempre si pratica il pascolo brado, legato alla pratica dell’uso civico, che è perfettamente integrato nell’equilibrio dell’ecosistema locale fino ad esserne parte integrante. Ma che sta succedendo? Il Comune di Accumoli, lo scorso mese di aprile, ha approvato il progetto definitivo per la costruzione di un “rifugio montano” nelle immediate vicinanze del sito naturalistico dei Pantani. L’approvazione fa seguito ad un accordo del Dicembre 2017 tra la Regione e il Comune per la valorizzazione turistica del contesto naturalistico esistente. La struttura che verrà realizzata sarà di tre piani da 180 mq l’uno di proprietà comunale, un edificio in cemento armato che disporrà di una camera doppia, una tripla, una quadrupla, 5 bagni, una cucina, una sala ristorazione, un locale per l’esposizione di prodotti tipici e un rifugio (che sembra essere solo il 5% della superficie totale).
Per citare il CAI Lazio e CAI Marche :“ora sui Pantani incombe la minaccia della realizzazione di un rifugio che, così come riportato nelle premesse agli atti amministrativi propedeutici alla sua costruzione, servirebbe ( così è scritto) “a sostenere la ripresa dell’economia locale in particolare mediante l’incentivazione del turismo attraverso lo sviluppo e la valorizzazione delle località di attrazione turistica al fine di consentire al turismo una appetibile fruizione delle bellezze naturalistiche della zona”. Ed ancora: “Chi conosce i Pantani lo sa benissimo: una struttura ricettiva risulterebbe solo un’opera invasiva, distruttiva ed inutile, che deturperebbe irrimediabilmente un’area dal valore naturalistico inestimabile, area che, al contrario, sarebbe da tutelare e proporre come fattore di attrazione, per trascorrere una gratificante ed educante giornata all’aperto. La nuova struttura, inoltre, non garantirebbe posti di lavoro, essendo destinata a rimanere chiusa per gran parte dell’anno (da qui un impatto insignificante sull’economia della zona) e negli anni futuri diventerebbe solo un ennesimo rudere in alta montagna. “ E come non condividere come: “ Questo è un altro esempio di come una giusta esigenza (il rilancio socioeconomico della zona) venga affrontata con soluzioni irrazionali.” Già le ruspe hanno fatto ingresso nell’area con i cosiddetti “interventi di manutenzione” che hanno allargato e non solo, la pista preesistente di accesso al Piano e che sono stati realizzati dalla Regione Lazio e possiamo immaginare che nuovamente entreranno in azione se pensiamo solo a come si possa rifornire di energia elettrica e di acqua la struttura proposta.
Dal territorio, dove numerose sono le voci dei locali in disaccordo, vengono avanzate proposte di alternative possibili per incrementare il turismo senza deturpare quell’area e si cita ad esempio il ripristino dell’Albergo diffuso di Poggi d’Api, dove la Regione aveva investito e che ora è in stato di degrado visto che non è stato dato mai in gestione a nessun operatore. Ed altre che puntano alla valorizzazione dell’esistente o a realizzazioni in armonia con la natura. Ma ora conta evitare che l’irreparabile avvenga ed allora le voci della protesta e della contestazione si materializzeranno sabato prossimo 22 maggio 2021 proprio ai Pantani in una manifestazione indetta dal ‘Coordinamento contro l’urbanizzazione dei Pantani’, comitato spontaneo, formato da soggetti e associazioni del territorio e amanti dell’Appennino Centrale. Sarà possibile partecipare alla protesta di sabato mattina, con tre percorsi differenti: da Terracino con partenza alle 9:30, da Accumoli (Madonna delle Coste) alle 10:00 e da Forca Canapine alle 10:30. Ai Pantani si animerà un flash-mob per evidenziare l’area oggetto di cementificazione e saranno ospitati interventi di esperti che si oppongono all’opera. Il Coordinamento chiede alle istituzioni di «impedire ogni ulteriore intervento nell’area di pregio e interesse naturalistico; di mantenere la vocazione agro-silvo-pastorale di un’area interessata da pascolo brado e usi civici che storicamente hanno garantito la fruizione collettiva del bene; che gli investimenti pubblici dedicati ai territori siano davvero discussi dalle comunità locali attraverso processi partecipativi e non calati dall’alto, come previsto da quanto sottoscritto nelle delibere e ordinanze dei Commissari per la Ricostruzione; che il rilancio economico del cratere non sia esclusiva dell’industria turistica ma che il modello di sviluppo rispetti la vocazione dei territori montani, fondati sulla compatibilità ecologica delle attività umana negli ambienti naturali. Affinchè il viaggio di scoperta, e l’indotto dell’accoglienza, diventino conseguenza dell’autenticità della vita in montagna e non preda di flussi speculativi». Sottolineature e rivendicazioni che Wigwam condivide e che pone come temi di discussione a più ampio raggio, chiamando pure all’appello istituzioni come la Regione Lazio perché ponga vera attenzione sulla questione e riveda i termini dell’intervento e i due Parchi Nazionali confinanti che dovrebbero porre attenzione su di una area in effetti pre-parco, addirittura tutelata ma da “tutelare”.
Info: Mario De Santis – Wigwam Local Community Monti della Laga +39 338 2333685 – 327 2896728