1 luglio 2016 a Monteprandone (Ap): Workshop Wigwam con la Cucina dello Spirito
29 Giugno 2016-20:30 - 23:50
Dal chiostro all’aia: ricette dei monasteri per le “opere” agricole Le grandi abbazie con i loro grandi possedimenti fondiari, ma anche i monasteri e conventi cittadini, a cui erano stati donati o riservati orti, frutteti e terreni, partecipavano più o meno indirettamente ai grandi lavori dei campi, quelle pratiche agrarie dei raccolti generalmente chiamati nelle Marche “le opere”. Qualche frate converso lavorava egli stesso, altri giravano per la “questua” rituale, in genere le consorelle erano intente nelle cucine a preparare le merende e i pranzi giornalieri per rifocillare i braccianti, espressione di obbligato rispetto verso i contadini, ma anche spirito autentico di accoglienza ed ospitalità. Dai registri monastici e dai quadernetti emergono di ricette delle comunità di religiose emergono pertanto queste antiche pietanze della “campagna devota”, divenute nel tempo tipicità condivise e comuni di case coloniche e refettori, come golosità celebrative della mietitura e trebbiatura, della macellazione annua del maiale, della vendemmia, della raccolta delle olive e di altri momenti di raccolto abbondante da celebrare.