CUSTODIRE E COLTIVARE IL LAVORO: RIPENSARE GLI ORIZZONTI. IL CONTRIBUTO WIGWAM, AL CONVEGNO DI CEI E COLDIRETTI A ROMA
Una riflessione, fondamentale, sul ruolo e sulle responsabilità del giornalismo nella comunicazione di buone pratiche di sostenibilità. È successo a Roma, lo scorso 23 marzo 2018, nell’ambito del seminario di studio “Custodire e coltivare il lavoro: ripensare gli orizzonti” organizzato dall’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro della CEI – la Conferenza episcopale italiana – in collaborazione con Confederazione nazionale Coldiretti, presso la cui sede di palazzo Rospigliosi si sono svolti i lavori.
Ricca di interventi che hanno inquadrato il lavoro e l’ambiente in una prospettiva di ecologia integrale e di agricoltura ed economia circolari, la conferenza ha dato spazio a voci autorevoli come quella di Simone Morandini della fondazione Lanza, di Gianluca Lelli di Coldiretti e di Danilo Bonato del consorzio Remedia. Nonché di giornalisti ambientali – Emanuele Bompan e Luisella Meozzi – che hanno portato la loro esperienza sul superamento dei temi della marginalità e dello scarto: entrambi mutati in opportunità di sviluppo dall’uomo contemporaneo in movimento verso uno stile di vita improntato all’eliminazione del concetto di rifiuto – in tutte le sue accezioni – in favore di una scelta inclusiva e solidale.
Luisella Meozzi, giornalista ambientale e agroalimentare di lungo corso, inserita nel Greenaccord network fin dalla sua nascita e Operatrice Wigwam dal 2012, è da sempre una sostenitrice del corretto giornalismo di inchiesta: comunicare per informare e per superare gli stantii concetti di notiziabilità a cui è ancora soggetta la stampa nel bel mezzo di un cambiamento epocale. In tema ambientale, il ricorso a una informazione semplicistica e spettacolare – e comunque sempre spinta dal vento dello scoop e del catastrofismo più bieco – è ormai evidentemente inutile. Prova ne siano gli esempi portati a conferma della sua teoria: nuove forme di comunicazione che senza seguire le strade della velocità – superficiale – di accaparramento della notizia prediligono l’approfondimento e restituiscono valore alle persone e ai territori – in una azione locale, che propagandosi diventa rete – dove i protagonisti di progetti realmente rivoluzionari per la loro positività vengono intercettati in una eco che si amplifica ad ogni passaggio. Ovvero il Metodo Wigwam, che si rende immediatamente comprensibile nei filmati proiettati e riguardanti un progetto di ecoturismo religioso battezzato “La Via di Karol”: una ottima pratica di comunicazione della sostenibilità ambientale. Nato come pellegrinaggio sulle orme di San Giovanni Paolo II dal santuario della sua città natale (Wadowice, Polonia) fino a Roma, mette in comunicazione i piccoli santuari delle località toccate lungo il tragitto che si snoda tra Slovacchia, Austria e Slovenia per terminare in Italia. La spiritualità abbraccia lo sviluppo sostenibile delle WLC (Wigwam Local Community, ovvero territori organizzati in reti solidali, di offerta integrata ma anche capaci di interscambio*) attraverso la promozione di piccolissimi comuni che possono continuare a moltiplicarsi lungo il percorso mentre il progetto si si struttura e cresce, offrendo al viandante la conoscenza di luoghi, culture, usanze e prodotti agroalimentari tipici altrimenti sconosciuti. Un cammino, dunque, verso le nuove prospettive lavorative e sociali che si creano intessendo una rete di buone pratiche ecologiche e comunicative a tutti i livelli.
Una comunicazione della sostenibilità possibile, semplice ma non banale, che tiene insieme i principi costitutivi del modello Wigwam, che potrebbero assomigliare proprio a quelli del giornalismo del futuro (ormai prossimo): “Idee, progetti e azioni per un mondo equo, solidale e sostenibile”.
(*) Dal 2009, anno di lancio de La Via di Karol, lungo il percorso tra Wadowice e Roma si sono strutturate 30 Wigwam Local Community: 2 in Polonia, 3 in Slovacchia, 25 in Italia
L.D.M.
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